Cina, ascesa di una potenza

Cina, ascesa di una potenza

In quest’ultimo periodo, la competizione tra nazioni si è spostata sul piano geo-economico, subendo una maggiore accelerazione dovuta al fenomeno della globalizzazione che ha spinto gli stati a palesare una maggiore rivalità tra di essi. Di conseguenza, l’aspetto economico di questo conflitto ha assunto un ruolo di primaria importanza anche all’interno dell’agenda setting dei vari governi.

La competizione globale è passata da un piano politico a quello economico, coinvolgendo sempre di più numerosi attori come: stati, individui, organizzazioni, gruppi di pressione che si pongono quale obiettivo primario quello di raccogliere più informazioni sia in modo lecito che in modo illecito, utilizzando una serie di tecniche.

Gli Stati si affrontano in diverse arene: politiche, militari e virtuali, quale ad esempio il cyberspazio. Gli attacchi cibernetici hanno sempre preceduto quelli di natura militare. L’obiettivo di tali attacchi è proprio quello di paralizzare l’attività economica di un paese gettandolo nel caos più assoluto. La componente cyber ha acquisito notevole importanza durante il periodo della pandemia che è stato caratterizzato da un fenomeno altresì importante che è quello dell’infodemia e della diffusione delle fake news.

In questo scenario “fluido”, si assiste alla contrapposizione tra la potenza USA e quella Cinese. Il governo cinese ha intrapreso da diverso tempo un vasto piano di riforme giuridico-economiche con l’obiettivo primario di lanciare l’economia facendo transitare il paese da un sistema agricolo a uno industriale fino ad arrivare alla fase a noi conosciuta come quella post-industriale. Tutto ciò ha messo in allarme Washington che ha iniziato a guardare con preoccupazione alle mosse di Pechino.

Il governo cinese ha cercato di guadagnare consenso all’interno della sua nazione promettendo benessere al suo popolo in cambio di una rinuncia ai diritti di libertà. La Cina ha sfruttato in maniera sapiente due armi come l’economia e il commercio per diventare una vera e propria potenza. Il governo cinese persegue da diverso tempo una strategia ambiziosa, utilizzando il commercio come una vera e propria arma per proiettare la sua potenza al di fuori dei confini nazionali.

Attraverso lo strumento delle vie della seta, la Cina ha iniziato a interessarsi dei porti delle altre nazioni con il fine di far circolare rapidamente le proprie merci. Il caso lampante è stato l’acquisizione del porto del Pireo.  I Cinesi hanno sfruttato in maniera sapiente il commercio in modo da conseguire una serie di obiettivi, proponendo ad esempio ai paesi sviluppati di lavorare con loro.

Pechino ha saputo sfruttare abilmente il fenomeno della globalizzazione, ottenendo l’entrata nel WTO da parte degli USA, uscendo da quella fase d’isolamento che l’aveva condannata per un lungo periodo alla stasi.  La Cina è riuscita a muoversi in maniera agile nell’arena internazionale, sfruttando le debolezze e le contraddizioni dei singoli alleati USA, mostrandosi come partner commerciale unico nelle più svariate aree del globo terrestre.

Nel 2020, si è assistito al tentativo di creare nel Pacifico un’area di libero scambio comprendente una serie di paesi quali, Australia, Giappone, Corea del sud, Vietnam, Nuova Zelanda e tanti altri. L’obiettivo è stato proprio quello di escludere le due nazioni rivali, gli USA e L’india.  Ma è soprattutto con lo scoppio del conflitto Russo-Ucraino che la Cina acquista ancora notevole importanza, venendo additata da molti analisti come l’unica nazione in grado di poter imporre uno stop al conflitto, riconducendo i contendenti al tavolo delle trattative.

La Cina guarda con interesse all’evolversi del conflitto e alla reazione da parte degli stati occidentali; allo stesso tempo sfrutta i vuoti degli USA in altre aree come quella mediorientale, proponendo una mediazione tra l’Iran e l’Arabia Saudita che ha due obiettivi, ridisegnare gli equilibri di una area delicata e sfruttare le risorse petrolifere dell’Arabia Saudita e dell’Iran per poter spingere la sua potenza a livello globale.

Il gigante asiatico si è svegliato consapevole della propria forza economica, militare, geopolitica, quindi prova a sfidare l’egemonia USA, muovendosi abilmente nei diversi scenari geopolitici. Il vecchio continente appare sempre più stanco e sfiduciato, s’illude di poter risolvere i propri problemi chiudendosi in sé stesso ma è proprio qui che sbaglia.  Il rischio concreto è la disgregazione del progetto europeo.

Articolo di

  • Joel Terracina

    Ricercatore Istituto Gino Germani ex allievo del master in Global Marketing e Relazioni commerciali internazionali presso l’Università Guglielmo Marconi, autore del project work “La Guerra commerciale tra Usa e Cina e lo spionaggio economico industriale”.

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