Addio a Giuliano Montaldo

Addio a Giuliano Montaldo

Uno dei maestri del cinema italiano

È scomparso da qualche giorno, all’età di 94 anni, il regista genovese Giuliano Montaldo. Con lui se ne va una dei registi della generazione che ha formato, attraverso le sue opere, tanti attori e registi dell’ultima generazione. Molti attori e registi, anche in occasione del Festival di Venezia in corso in questi ultimi giorni, hanno riconosciuto nella figura di Montaldo una delle figure che, più di altre, li hanno convinti a fare cinema. Il suo era un cinema impegnato che ha voluto affrontare tempi contemporanei anche attraverso film ambientati nel passato.

La sua opera più celebre è senza dubbio Sacco e Vanzetti del 1971 in cui ha raccontato il dramma dei due anarchici italiani ingiustamente condannati a morte negli Stati Uniti nel 1927: il film, attraverso un forte coinvolgimento emotivo per i due protagonisti, affronta il tema dell’ingiustizia sociale e della repressione politica in modo avvincente, catturando l’atmosfera dell’epoca e mettendo in luce il conflitto tra gli ideali di libertà e giustizia e le forze del potere. Protagonisti del film furono Riccardo Cucciolla e il grande Gian Maria Volontè, uno dei maggiori attori del cinema italiano. Con lo stesso Volontè come protagonista affrontò, due anni dopo Sacco e Vanzetti, ancora il tema dell’ingiustizia con Giordano Bruno: questo film offre uno sguardo affascinante su un momento cruciale nella storia dell’intelletto e della lotta per la libertà di pensiero. Montaldo in questo suo film mette in luce le idee rivoluzionarie di Bruno, il suo spirito indomito e la sua determinazione nel difendere le sue convinzioni, anche se questo gli costa la vita.

Nella sua carriera da regista Montaldo ha anche incontrato la letteratura: prendendo spunto dal noto romanzo sulla Resistenza L’agnese va a morire, opera della scrittrice Renata Viganò, nel 1976 ha diretto il film omonimo. Sia il libro che il film offrono una riflessione profonda sulla condizione umana e sulle difficoltà affrontate da individui comuni durante un momento straordinariamente difficile della storia. Entrambi sono apprezzati per la loro capacità di catturare il pubblico e trasmettere le sfumature delle emozioni e delle relazioni umane in un contesto così drammatico.

La produzione maggiore resta sicuramente la miniserie televisiva del 1982 in otto puntate su Marco Polo trasmessa da diverse emittenti televisive in giro per il mondo. Il cast dell’opera era internazionale (tra gli attori c’era Burt Lancaster) e le musiche erano state composte da Ennio Morricone.

Durante la sua carriera ha vinto un David di Donatello nel 2007 alla carriera e più recentemente nel 2018 come attore non protagonista in Tutto quello che vuoi, dando prova anche di buone capacità attoriali.

Personalmente ricorderò la sua figura come guida durante un festival del cinema a cui ho potuto partecipare quale membro della giuria. La sua presenza e la sua professionalità guidarono me e gli altri membri nella scelta del film vincitore. Quei pochi giorni passati con lui sono stati tra i momenti più utili per la mia formazione. Nel cinema italiano, ma non solo, Giuliano Montaldo rimarrà come un simbolo del cinema impegnato. Il suo talento nel raccontare storie avvincenti hanno reso i suoi film opere d’arte durature e fondamentali per la comprensione della cultura e della società italiane.

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