Diario di un padre studente

Diario di un padre studente

Dai papà, re-iscriviti anche tu all’università, alla mia facoltà, così magari prepariamo anche degli esami insieme!

Chi avrà il privilegio di sentirsi proporre ciò dai propri figli, lo faccia e senza pensarci un istante di più. Infatti, come ripeteva un amico: Se i tuoi figli ti cercano, lascia tutto e ascoltali.

Sebbene si abbiano decenni di carriera alle spalle, non si giunge mai ad un traguardo umano o professionale se non si riesce a leggere dall’interno la realtà vissuta in questo preciso istante dalle nuove generazioni, condividendo i loro sguardi e sperimentando le speranze, le aspirazioni, le gioie e le ansie delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.

Solo in questo modo si continua a giocare e a costruire con loro, insieme a loro, un futuro condiviso, che mai come ora si spera migliore, date le circostanze.

Per chi è abituato a fissare a lungo la sfera celeste per professione, le tante domande che l’universo pone da sé, si arricchiscono col tempo di questioni sempre meno tecniche e sempre più profonde ed intime che, a quest’età, non possono -e non devono- essere lasciate lettera morta.

Nasce così questa mia storia di studio matto e disperatissimo, sentitamente vissuto da dentro, mettendo a parte un lungo trascorso da paleo-informatico e manager nel mondo aerospaziale e di docente universitario per passione, per affrontare un’intensa ed allettante, ancorché particolarmente sfidante, prospettiva umanistica.

Così, di cuore e di pancia, parto per questo viaggio, convinto che la mente approvi e sostenga la scelta.

Trenta mesi o poco più, percorsi a fissare un unico obiettivo, sedimentando nel profondo, uno alla volta, temi da sempre, nella storia dell’uomo, di una rilevanza estrema, in un periodo storico, quale l’attuale, in profondo e rapidissimo cambiamento.

Una contingenza che porta inediti interrogativi, che si fa laboratorio vivo a cielo aperto per gli studi intrapresi e che in qualche modo demolisce e va oltre i limiti fisici che impongono, strada facendo, i numerosi lockdown vissuti.

Questioni su cui, ad ogni prova, tentare di trovare riscontri, mai in solitudine ma insieme allo sguardo giovane e stimolante di un figlio, che con te vive e condivide l’avventura potente ed unica della ricerca della conoscenza, auspicabilmente utile per un futuro professionale.

Ma lo sguardo principale rimane invariabilmente il proprio, che deve farsi junior pur essendo senior, per calarsi completamente in questo ruolo. Ed è questa, probabilmente, la parte più ardua, ma tutt’altro che impossibile, di tutto il tragitto.

Come è altrettanto straordinario giungere al traguardo, con forza e determinazione, insieme a tanti giovani colleghi, così come lo è il raccontare ai tuoi studenti che sei stato lì dietro ai banchi, uno di loro, ora.

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.” (Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe).

Articolo di

  • Sandro Severoni

    Laureato con lode in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali in UNIMARCONI. Esperto Senior e Docente universitario in Compliance Management e Technological Governance. Board Member di ASSOCOMPLIANCE. Responsabile dell’Engineering Performance Management di Telespazio S.p.A.

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