Alla ricerca dell’immortalità
- Ottobre 09, 2023
- di
- Marlene Mussner
Dipingo i fiori per non farli morire.
Frida Kahlo
Sappiamo fin troppo bene che tutto è destinato a mutare, a decadere, a decomporsi.
Nulla rimane nella stessa forma per sempre.
Tutto attorno a noi e al nostro interno si trasforma.
Continuamente.
Questo inevitabile destino ci terrorizza e da sempre cerchiamo un modo per sconfiggere la paura, per consolarci nei nostri limiti.
Proviamo in qualche maniera a fermare il tempo;
custodiamo nella mente i ricordi a noi più cari, spesso sentiamo la necessità di trasferirli su carta, su una tela, di esprimerli attraverso le note musicali o di sigillarli in una fotografia.
Per non dimenticare e per non essere dimenticati.
Per esistere anche dopo la morte.
Il sociologo Marshall McLuhan disse che fotografare significa scrivere con la luce.
“La fotografia, il cinema, conferiscono una specie di immortalità, una permanenza alle immagini e non alla vita reale.”
L’Arte è il mezzo più potente con cui riusciamo ad esprimere il nostro essere ed è l’eredità più incisiva che possiamo avere e lasciare.
Siamo affascinati da ciò che c’era prima di noi, perché vogliamo comprendere la complessità intrinseca che ci contraddistingue e perché sentiamo nelle viscere che ci riguarda.
Percepiamo che siamo legati ai nostri avi da un filo sottile, quasi impercettibile.
Vediamo nelle opere passate un riflesso del presente.
Un riflesso di noi.
Di tutti noi.
E questo ci tocca nel profondo.
Ogni volta.
Decidiamo così di lasciare anche noi una nostra impronta a chi verrà dopo.
I soggetti che scegliamo per le nostre creazioni continueranno a parlare di un presente che non ci sarà più, ad esprimere ciò che siamo e non potremo più essere.
Sostituiranno le nostre parole, i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri sentimenti e la nostra visione del mondo.
Dopo essere stati per più o meno tempo su questo palcoscenico, a indossare i panni in vari ruoli, il sipario calerà, le luci si spegneranno e non ci sarà altro che oscurità.
Una parte di noi, un frammento di luce vitale però, permarrà.
Forse per sempre.