Dieci anni dalla morte di Giulio Andreotti

Dieci anni dalla morte di Giulio Andreotti

Breve rassegna del politico primorepubblicano

Giulio Andreotti, nato a Roma il 14 gennaio 1919: deputato dell’Assemblea Costituente, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, discepolo di Alcide De Gasperi, numerose volte Ministro, sette volte Presidente del Consiglio e senatore a vita dal 1991 è stato probabilmente tra i volti più importanti della politica repubblicana italiana. Dal 1947 anno in cui entrò a far parte del quarto governo De Gasperi come Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio riuscì a conquistare preferenze, posizioni e ruoli via via crescenti.

Consolidato europeista, titolare di ottimi rapporti con gli Stati Uniti e capace di averne altrettanti con Mosca ha sempre auspicato il mantenimento dell’equilibrio tra occidente e oriente, nota fu la sua battuta sulla Germania riunita, da lui talmente apprezzata che di Germanie ne preferiva due. Andreotti fu anche parte di profonde relazioni con il Vaticano, realtà da lui conosciuta sin da giovane, quando durante gli studi universitari entrò a far parte della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) all’interno della quale si formò buona parte della classe dirigente della Democrazia Cristiana. Nel 1939 assunse la direzione di Azione Fucina, rivista degli universitari cattolici e nel 1942, con la partenza sotto le armi di Aldo Moro allora Presidente in carica della Federazione, fu chiamato alla sua sostituzione iniziando una presidenza durata due anni.

Profondo cultore della scrittura, amore che maturò sin dai tempi dell’università parallelamente a quello per l’arte politica, scrisse monografie, articoli, presentazioni (particolarmente interessante è quella al Manualetto di campagna elettorale – Commentariolum petitionis che Quinto Tullio Cicerone scrisse per la campagna elettorale del fratello Marco candidato al Consolato nel 65 a.C.) e numerosi diari, la cui scrittura era da lui stesso definita oltre che una buona cosa per se stessi, come anche utile che gli altri lo sappiano; in cui annotava quotidianamente eventi, dialoghi e impressioni. Documentazione, questa, che nel 2007 lo stesso Senatore ha donato all’istituto Luigi Sturzo che le ha organizzate in quindici serie documentarie: Camera dei deputati, Cinema, Democrazia Cristiana, Discorsi, Divorzio, Elezioni, Europa, Fiumicino, Governi, Parlamento, Personale, Scritti, Senato, Trieste, Vaticano.

Oltre la politica, Andreotti era appassionato di corse di cavalli e grande tifoso della Roma, squadra di calcio capitolina che spesso andava a vedere allo stadio.

A dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 6 maggio del 2013, molte cose sono cambiate sul piano internazionale, su quello interno e più che mai su quello viscerale ai partiti, dove il titolo di una conferenza tenuta dallo stesso Andreotti nel 1987 appare in grado di profetizzarne l’evoluzione: Il superamento dell’ideologia e il rischio di un mero pragmatismo negli schieramenti politici.

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