Come il primo soccorso ti salva la vita

Come il primo soccorso ti salva la vita

Costruire la Catena della Sopravvivenza

Comprimere il torace di una vittima di arresto cardiocircolatorio a ritmo di Alejandro di Lady Gaga può salvarle la vita. Ma non tutti lo sanno: un sondaggio effettuato da Skuola.net, infatti, ha rilevato che solo uno studente su tre agirebbe nel modo esatto in una situazione di emergenza. E questo dato è preoccupante, soprattutto perché il sondaggio in questione identificava nell’emergenza un arresto cardiocircolatorio.

Comprimere nel punto esatto, con la giusta frequenza e nella profondità adatta sono solo alcune delle informazioni indispensabili che ognuno di noi dovrebbe conoscere per effettuare una buona rianimazione. Nel caso della frequenza può essere utile andare a ritmo di canzoni a 100 bpm al minuto come la già menzionata Alejandro (ma ce ne sono moltissime altre come Levitating di Dua Lipa, Hips Don’t Lie di Shakira o la marcia imperiale di Star Wars), tuttavia è opportuno iscriversi ad un corso preparatorio adeguato per riuscire a eseguire tutte le manovre nel modo corretto.

Il piano d’azione fondamentale in questa situazione si può rappresentare con una catena il cui primo anello è il riconoscimento dell’emergenza: questo procedimento consiste nel chiamare la vittima, verificare l’espansione toracica e valutare il respiro. Nel caso fosse confermato un arresto respiratorio occorrerebbe chiamare immediatamente il 112 (il numero unico delle emergenze) e iniziare le manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare. Tutti questi passaggi avvengono prima dell’intervento degli enti di soccorso e sono decisivi per la sopravvivenza della vittima: le probabilità di morte aumentano circa del 10% ogni minuto in assenza di RCP.

Non avere un’idea chiara su come si deve intervenire quando qualcuno nella nostra stessa stanza è vittima di arresto cardiaco può farci sentire impreparati e indecisi, portandoci a scaricare la responsabilità su qualcun altro lì presente, che potrebbe prendere la nostra stessa decisione; questo fenomeno è definito dalla psicologia sociale come Apatia dello Spettatore, e senza dubbio non contribuisce alla sopravvivenza della vittima. 

Questo discorso ci ricorda quanto è importante che tutti i cittadini abbiano almeno una formazione di base su come si deve agire in queste circostanze. 

Da diversi anni la comunità scientifica sta facendo leva sulla necessità di espandere la formazione nell’ambito del Primo Soccorso, soprattutto negli ambienti lavorativi e scolastici. Questo desiderio è condiviso dagli studenti: in effetti, l’indagine effettuata da Skuola.Net ha rilevato che il 95% degli alunni vorrebbe svolgere lezioni di Primo Soccorso nelle scuole.

Un adeguato corso di formazione fornirebbe le basi per il riconoscimento dell’arresto e per l’esecuzione di una RCP iniziale prima dell’arrivo dei soccorritori; il paziente deve essere assistito dal momento dell’arresto fino all’arrivo in ospedale, quindi è impossibile completare la Catena della Sopravvivenza senza la collaborazione reciproca di cittadini ‘laici’, soccorritori e medici. 

Chiunque può partecipare e dare il proprio contributo perché è una catena che lega tutti noi.  E un forse un giorno chi abbiamo soccorso ci soccorrerà.

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