Addio a Gigi Riva “Rombo di Tuono”
- Gennaio 29, 2024
- di
- Andrea Moretti
In Sardegna, non è consuetudine vedere lampi dal cielo. Ma quello del 22 gennaio è stato un lampo duro, un “rombo di tuono” terribile da subire. Se n’è andata una leggenda dell’isola, che dal 1963 a oggi ha rivoltato la storia umana e sportiva di essa. Perché Luigi Riva, nato a Leggiuno in provincia di Varese il 7 novembre del 1944, non è stato solo l’attaccante italiano piu’ forte di tutti i tempi, il capo cannoniere della nazionale italiana con 35 gol, ma un mito.
Giunse in Sardegna dopo gli inizi nelle file del Legnano, per legare la sua restante carriera al Cagliari, squadra di cui è diventato simbolo e icona, militandovi dal 1963 al 1977, contribuendo alla vittoria dello storico e unico scudetto della squadra sarda, nella stagione 69/70.
Ma aldilà delle sue vicende calcistiche, Gigi Riva, soprannominato dal più grande giornalista sportivo italiano, Gianni Brera, “Rombo di Tuono”, per il suo piede sinistro fulminante, ha segnato un’epoca per intere generazioni sarde.
Persona modesta e schiva, Gigi Riva, svegliò la Sardegna dal sonno in cui era avvolta, per l’inizio di un romanzo infinito, con anni felici. Carovane di tifosi entusiasti, provenivano da tutta l’isola a mangiare i malloreddus e bere Cannonau prima dell’ingresso allo stadio Amsicora, per vedere gol su gol meravigliosi, di un giocatore, capace, per sua scelta, di dire un semplice “NO” ai corteggiamenti furiosi delle squadre del nord Italia.
In pochi come lui, hanno unito un popolo, quello sardo, descritto all’epoca come insieme di “pecorari e banditi”. La smorfia schifata di Riva, nel vedere la Sardegna dall’alto, mentre viaggiava verso la Spagna, in una delle sue trasferte con la nazionale, si trasformò presto, in un amore incondizionato; era questa la coppa del mondo alzata da Gigi Riva in Sardegna.
Quell’amore incondizionato verso una terra, caricata sulle spalle da lui stesso, per portarla lì dove non era mai arrivata. E il 21 gennaio, quando è stato ricoverato all’ospedale Brotzu di Cagliari per un malore, ha detto “NO” ai medici per intervento di angioplastica. Perché ha deciso lui, fino alla fine.