
Da Marilyn Monroe a Lady Gaga: le sfide femminili nella cultura pop
- Settembre 01, 2025
- di
- Samantha Bovo
Due icone, due epoche, due modi di essere donna sotto i riflettori. Se Marilyn ha incarnato un ideale di femminilità costruito dall’industria, Gaga ha trasformato il corpo e l’arte in strumenti di autodeterminazione. Ma cosa ci raccontano queste due figure sulla condizione femminile nella cultura pop? Il loro confronto va oltre la fama ed è lo specchio di un cambiamento sociale ancora in corso.
Marilyn Monroe: L’icona e la struttura sociale della Hollywood classica
Marilyn Monroe, nata Norma Jeane Mortenson nel 1926, crebbe in un ambiente familiare instabile e segnato da difficoltà economiche e affettive. Il suo ingresso nel mondo del cinema negli anni ’50 avvenne in un periodo in cui l’immagine della donna era fortemente associata a ruoli tradizionali: madre, moglie e oggetto del desiderio maschile.
Monroe divenne l’emblema di questo ideale: una bellezza radiosa, una sensualità esuberante e un’aura di ingenuità che la resero una delle più grandi star del cinema hollywoodiano. Tuttavia, dietro a questa icona, si celava una donna perfettamente consapevole delle dinamiche dell’industria cinematografica e della gabbia in cui era stata rinchiusa. La sua immagine fu costruita da un sistema che sfruttava il desiderio maschile come strumento di profitto, relegando le donne a ruoli decorativi e marginali.
Nonostante le difficoltà, Marilyn cercò di spezzare questa narrazione imposta. Istituì una propria casa di produzione per ottenere maggiore controllo sulla sua carriera ma sfidò un’industria che non era pronta a concedere autonomia artistica alle donne. La sua lotta per ottenere ruoli più complessi e per essere riconosciuta come attrice seria, si scontrò con il pregiudizio e le dinamiche di potere maschili.
La sua morte prematura nel 1962 segnò l’inizio di una maggiore consapevolezza sui vincoli imposti alle donne nell’industria cinematografica, aprendo la strada ad una riflessione più critica sulla rappresentazione femminile nei media e sull’influenza degli stereotipi nella costruzione dell’identità delle donne.
Lady Gaga: l’autodeterminazione nell’era contemporanea
Lady Gaga, nata Stefani Joanne Angelina Germanotta nel 1986, emerse in un contesto socio-culturale profondamente mutato rispetto a quello di Marilyn Monroe. Il suo successo non si basò su un’immagine imposta dall’industria, ma su una costruzione artistica consapevole e provocatoria.
Con il suo album di debutto, The Fame (2008), Gaga si è nettamente discostata dagli standard estetici tradizionali, giocando con identità fluide, look stravaganti e una teatralità che rompeva le convenzioni della cultura pop. La sua immagine non si limitava alla bellezza o alla sensualità, ma abbracciava la trasformazione e l’ambiguità.
Oltre alla musica, Lady Gaga ha utilizzato la sua notorietà per affrontare tematiche difficili e personali. Ha parlato apertamente delle sue esperienze di abusi sessuali, rivelando di essere stata aggredita da un produttore quando aveva 19 anni. Ha condiviso il suo dolore e la difficoltà di affrontare questi traumi, sensibilizzando sull’importanza del supporto psicologico. Inoltre, Lady Gaga, ha parlato pubblicamente della sua lotta contro la fibromialgia, una condizione cronica che provoca dolore muscolare diffuso e stanchezza debilitante. La fibromialgia è spesso poco considerata dalla medicina tradizionale, soprattutto se a soffrirne sono le donne; il fatto che Lady Gaga ne abbia parlato ha dato visibilità a una malattia altamente debilitante.
La rivalità femminile come ostacolo alla parità
Lady Gaga e Marilyn Monroe, sebbene appartengano a epoche diverse, sono state al centro di una narrazione che ha frequentemente messo in luce la rivalità tra donne, alimentata dai media e dall’industria dell’intrattenimento. La loro immagine è stata spesso soggetta a paragoni forzati, entrambe messe a confronto con altre figure femminili del loro tempo, come se ci fosse sempre e solo spazio per un’unica donna di successo alla volta.
L’industria dell’intrattenimento ha sfruttato per decenni questo meccanismo, costruendo dualismi funzionali al mercato e alle dinamiche di spettacolo: Monroe veniva contrapposta ad attrici dalla sensualità diversa dalla propria, mentre Lady Gaga è stata spesso paragonata ad altre pop star, come Madonna. Questa strategia, oltre a generare attenzione mediatica e profitto, rispecchia un modello molto radicato nella società, che spinge le donne a vedersi come antagoniste.
Il fenomeno non riguarda solo le celebrità, è una dinamica che si ripropone nel quotidiano: dalle rivalità in ambito lavorativo, ai giudizi sull’aspetto fisico o sul modo di vivere la propria femminilità. Il problema più insidioso è che questa competizione viene interiorizzata, portando le donne a confrontarsi costantemente con le altre in una lotta spesso invisibile ma logorante. Invece di mettere in discussione il sistema che spinge a competere per le briciole di spazio concesso, si finisce per legittimarlo, alimentando un circolo vizioso che rallenta il progresso verso una reale parità.
Due epoche, due percorsi complementari
Marilyn Monroe, pur essendo una delle icone più amate della sua epoca, si è trovata spesso a cedere a compromessi dolorosi sul suo destino artistico e personale, schiacciata dalle aspettative della società e della cultura del suo tempo. Tuttavia, la sua immagine ha aperto la strada ad una riflessione sulla condizione delle donne nel mondo dello spettacolo e oltre, ponendo le basi per un cambiamento che si è maggiormente concretizzato decenni dopo.
Lady Gaga ha potuto approfittare di un contesto diverso, frutto di evoluzioni culturali, sociali e tecnologiche. La sua carriera è stata alimentata da una maggiore libertà espressiva garantita dalla rivoluzione digitale e dalla crescente consapevolezza dei diritti delle donne, della diversità sessuale e di genere. La sua visibilità e il suo impegno pubblico per l’inclusività e l’emancipazione continuano il percorso intrapreso da Marylin Monroe, ma in un contesto che permette un maggiore “empowerment” femminile.
Se Monroe fosse vissuta in un’epoca diversa, avrebbe potuto esprimere liberamente la sua arte senza subire i vincoli imposti dal suo tempo? E se Gaga fosse nata negli anni ’50, avrebbe avuto la stessa possibilità di auto-affermarsi come ha fatto? Queste domande portano ad una riflessione su come il contesto storico e culturale plasmi le possibilità di emancipazione e autodeterminazione delle donne, e su quanto lavoro rimanga da fare per garantire una reale parità.
L’eredità di Marylin Monroe e Lady Gaga non riguarda solo la loro immagine o carriera, ma simboleggia un lungo e tortuoso cammino verso una cultura più inclusiva ed equa. Un percorso che affonda le radici nei sacrifici e nelle battaglie di figure come Marilyn Monroe e che prosegue oggi, con donne come Lady Gaga, che sfidano gli stereotipi e aprono la strada a nuove forme di espressione e libertà. La loro storia ci insegna che il cambiamento non è solo possibile, ma necessario, e che ogni individuo, uomo o donna, ha il potere di scrivere un capitolo di questa evoluzione.