
Una tesi e un post dalla Dottoressa Ally Louks
- Settembre 29, 2025
- di
- Leonida Angelo Loddo
Tutto ha inizio il 27 Novembre, quando la dottoressa ventisettenne Amelia Mary Louks pubblica sul social X(ex Twitter) una foto nella quale posa con la sua tesi di dottorato in lettere appena conquistata, intitolata (in traduzione) “Etica olfattiva: la politica dell’odore nella prosa moderna e contemporanea”; ricevendo già nelle prime ventiquattro ore una grande mole di supporto e apprezzamento da parte della comunità del web.
Il post, tuttavia, era riuscito ad attirare in breve tempo anche una schiera di malintenzionati – e si sa, a rendere virale un contenuto ci pensano soprattutto questi ultimi – disposti a screditare l’autrice della tesi in ogni modo possibile, ognuno di questi riconducibile spesso ad un unico fattore, il suo essere donna: “Sei il perfetto esempio di tutto ciò che è sbagliato nella società.” oppure “Hai scritto qualcosa privo di valore che nessuno avrebbe mai letto piuttosto che mettere su famiglia.” sono esempi delle espressioni di odio che le sono state rivolte, e che probabilmente non sarebbero state scritte se non fosse stato per il suo genere.
La questione è divenuta di tendenza principalmente nel contesto inglese-americano, e sebbene siano pervenute anche critiche costruttive, a fare scalpore sono stati i commenti più crudi; naturalmente a questa ondata di ostilità hanno contribuito anche svariati commenti dall’atteggiamento antiaccademico, atti a screditare l’argomento della tesi, ritenuto insensato o addirittura incomprensibile (Questo fattore ha anche acceso un dibattito sulla complessità dei testi accademici, affrontato anche dall’autrice stessa, che ha aggiunto ulteriore carne al fuoco del discorso.).
Usando le sue stesse parole il concetto basilare è <<‘odore’ diventa un codice per ‘odioso’>>, e appunto l’argomento centrale della tesi, sviluppato generalmente nel primo capitolo, è il legame tra razzismo/classismo e odore, rilevato all’interno della letteratura, qui utilizzata come supporto all’analisi socio-culturale. Vengono presi in considerazione i momenti storici e letterari in cui il senso dell’olfatto si rivela strumento inconscio di discriminazione, utile a focalizzare l’attenzione dei lettori sul fastidio provato, un legame sgradevole tra il loro olfatto ed i soggetti presi in causa, rafforzando o costruendo nella comunicazione uno stereotipo.
Per quanto riguarda gli episodi di antagonismo tra classi, ad esempio, si prende in causa il libro di George Orwell “La strada di Wigan Pier” all’interno del quale si lega diverse volte l’avere un cattivo odore all’appartenere a classi sociali inferiori, risultando quindi repellenti: “L’odore del loro sudore, la consistenza stessa della loro pelle era misteriosamente diversa alla vostra.”. È poi nel quarto capitolo che emerge un elemento importante, ben evidenziato leggendo “Lolita” di Nabokov: il senso dell’odore come arma di legittimazione dell’abuso sulle donne.
Ogni analisi sociale viene poi messi in risalto in maniera escatologica dalla notorietà acquisita dal famoso/famigerato post su X: infatti, la messa in circolo delle nozioni della tesi, ha permesso a molti di applicare un ragionamento simile ad eventi recentissimi, spesso a partire da meme e commenti ironici su quanto la dottoressa avesse ragione, sotto ai vari thread presenti nel social: si possono prendere in esame ad esempio le parole di Roger Stone, consulente politico, sulla portavoce della Casa Bianca Jen Psaki; ma anche il poco discusso “odore di morte” che si può respirare a Gaza, riportato più o meno accuratamente dai media occidentali; oppure il post di un candidato ad elezioni americane regionali, nel quale lui stesso sosteneva che l’odore delle ragazze peggiorasse con il passare del tempo.
Per un’idea più completa è doveroso recuperare nel profilo @DrAllyLouks i moltissimi post e le risposte ancora online! Un grande traguardo evidenziato proprio da Louks è stata la capacità del web di divulgare la sua ricerca talmente tanto da influenzare il giudizio di alcuni utenti, i quali hanno testimoniato di aver iniziato a pensare in modo più critico al loro senso dell’olfatto – del quale spesso dimentichiamo l’importanza. Uno strumento del corpo che è vicinissimo al sistema dei ricordi, e anche solo con una flebile sensazione può evocare ricordi quasi spariti; ma anche uno strumento letterario che i migliori scrittori sanno sfruttare per ampliare la sfera emotiva dei personaggi e degli eventi.
Bisogna sottolineare che ad essere messo in dubbio dai detrattori fosse essenzialmente la validità del ruolo che l’autrice ricopre nel sistema accademico, e la sua soddisfazione nel mostrare la sua conquista al mondo. Il punto focale della questione, al di là del contenuto della tesi, è quanto in molti, anche nel sempre più progressista Occidente, considerino ridicole le donne che vogliono costruire una carriera (specialmente universitaria) o sfruttare le loro conoscenze per contribuire ai settori della cultura.
D’altronde anche nel nostro paese non è passato così tanto tempo da quando i percorsi di studi più avanzati erano un privilegio riservato agli uomini, oltre che ai più abbienti, ed è probabile che qualcuno vorrebbe che le cose non fossero mai cambiate.
Ad oggi, Ally Louks insegna alla Cambridge University, ha stretto un accordo per la pubblicazione editoriale con la J&N Literary Agency e sembra che stia già lavorando ad un libro meno specialistico, scritto ad hoc per il grande pubblico.
In breve, la sua esperienza rappresenta un importante esempio di quanto ancora la parità sia uno dei tanti obiettivi da perseguire per dare spazio a uno sviluppo culturale realmente aperto e florido, e di come una storia di successo inaspettato possa nascere dalle critiche più profumatamente aspre.