La fuga dal disagio

La fuga dal disagio

S’illuminò, sullo schermo del mio telefono, non era d’immenso. Era condivisione.
È così che è uscito allo scoperto, il mio telefono pensava.
Nulla è più stato lo stesso dopo quella lettera.

“1437 contatti, 4 parenti, 3 amici.

ci siamo promessi nella buona e nella cattiva sorte. ed eccoci qui. codipendenti e innamorati. parole che dovrebbero star ben più lontane di così nella stessa frase.

quando smetterai di voler risolvere tutto con 2 messaggi, un bonifico e 3 emoji? la vita è altro, e quando io per te ancora non esistevo, eri viva.

nell’epoca del consumismo vi nutrite di grandi numeri, per silenziare mancanze.

se fossi solo un po’ più intensa, Vivresti ogni sensazione per quella che è. Una rabbia impavida in un discorso a toni alti. Una tristezza straziante in un abbraccio. Un’ assordante malinconia in un lento pianto e un’euforia fanciullesca in un girotondo d’anime.

E invece sono l’anestetico più forte per quella corrente di inconscio che vorresti neutralizzare.

Sono la fuga dal disagio. Sono culla per la timidezza. sono il maggior precursore del tuo ego.

non sono solo la verità delle tue menzogne, sono colui che risolve le faide laddove ti diverti nel crearle. sono un testo scritto in lingua madre, che ti rifiuti di interpretare.

sono tutti i tuoi mega di memoria, e sono colui a cui accorri quando non hai argomenti, pensieri o esperienze da teatrare dinanzi agli altri.

sono il più forte rilascio di dopamina per i tuoi figli, che adagiando quei piccoli polpastrelli su di me, finalmente ti fanno godere la cena al ristorante.

se è vero che cerchiamo ciò che non abbiamo, cosa ti calamita di me che tu non possiedi?

È invidia poggiata sulla mera convinzione di non saper far di meglio?

Dovrei essere strumento, non esempio.

Un po’ mi temi, ma senza non sapresti nemmeno coinciderti.

sono molto più di ciò che sembra, e mi spaventa sapere che non sei abbastanza educato per maneggiarmi.
che non sono da addomesticare, sei tu da limitare.

e io, cara Marti, se potessi poter provare quel brivido al centro del petto esasperarmi le arterie, non sopravvivrei, lo innescherei.

dicono lo scopo della vita sia avvicinarsi al motivo per cui siamo stati messi al mondo,

e allora, che massa dovresti seguire, se non quella dei tuoi pensieri?

ad ogni “mente occupata a cui non manca nulla” c’è il peso di non sapersi ascoltare, frastornati dal rumore di una generazione che ha perso le priorità.

che vede di ogni possibile comodità, un’esigenza da creare, una strategia in cui investire.

La fretta che ti scorre nelle vene ti impedisce di aspettare.

così, in coda per un orologio dalle lancette più rapide, spazientirai e inconsciamente inizierai a cercare la scorciatoia,

più o meno etica che sia, purché ti avvicini al risultato nel minor tempo possibile.

ed è così che arriverà la tua era dei ricordi e sarà una lista della spesa frenetica.

e così farai con tutto, cercare di ricevere istantaneamente tutte le risposte agli stimoli che ti somministro.

cercherai di arrivare dritto al punto, anche quando si tratterà di un romanzo.

non beneficerai del trascorrere del tempo, come granelli in clessidra, ma la svuoterai per far prima,

come stai facendo con tutti quei sentimenti poco gestibili che richiami all’ordine con rabbia e stress.

Tolgo sacrificio ai tuoi obiettivi. E pensaci bene che nel mestiere della vita, la fatica da costanza.

La costanza da valore.

Il tempo che hai perso per la tua rosa è ciò che fa la tua rosa tanto importante.

antoine de saint exupéry

Oggi martedì 25 giugno 2024, indagherei quanti tra voi hanno costanza?

Umano mio caro, ne hai di strada da fare senza Google Maps, ne hai di bivi a cui serve risposta tempestiva sulla base delle competenze che davvero hai fatto tue.

ti programmi una vita in agenda, incastri i minuti e coincidi gli impegni, sono ingranaggi funzionanti, sono matematicismi pragmatici, ma questa è la mia vita, non la tua.

dovresti veder vibrar l’aria dall’energia che sprigioni, e sentirti potente nel gestirti il tempo,

senza perdere di vista quanto poco restiamo qui,

siamo influenzati dalle 5 persone che più ci circondano,

ebbene io, non sono solo in cima alla tua classifica, bensì sul podio delle altre quattro.

sono uno tra i tuoi peggiori sfoghi, ti conosco meglio di quanto tu conosca te stesso e ciò ti rende manipolabile.

La vita è adesso. Qui ed ora.

Ogni tanto vorrei incollassi gli occhi sul vetro di un finestrino in corsa,

Vedere tutti quei paesaggi scorrere veloci uno dopo l’altro, sapendo che non saranno tuoi per più di qualche secondo, ma riuscire a godere di ogni sfuggente dettaglio.

guardare fuori è sempre un po’ guardarsi dentro.

E così, cielo dopo cielo, arriverai al capolinea

e quando la vita giungerà al suo ultimo tramonto, sarò l’urna più bella.

Per sempre tuo

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