Long Life Learning: Moda del momento o stile di vita?
- Gennaio 12, 2023
- di
- Domenico Capilli
Il long life learning, o, detto in italiano, l’apprendimento continuo nel tempo, non è proprio una novità di questi ultimi anni in quanto se ne sente parlare già dai primi decenni del’900 anche se con una connotazione diversa: più strettamente legato alla formazione professionale, in precedenza, nuovo mindset e approccio lifewide, negli ultimi tempi.
In linea generale, il long life learning, si basa su un percorso di apprendimento permanente che abbraccia sia la sfera professionale che personale di un individuo in modo da contribuire alla crescita generale della società, partendo dalla crescita dell’individuo stesso. In effetti l’uomo, in quanto essere adattabile alle mutate condizioni esterne necessita sempre più di strumenti che gli consentano di rispondere agli input che cambiano molto più velocemente di una volta, e sicuramente un approccio che si evolve parallelamente può essere vincente.
L’importanza circa questo nuovo paradigma da seguire appare ancora più chiaramente, specie in ambito lavorativo, se pensiamo a tutte le nuove professioni che si creeranno tra 10-15 anni andando a sostituire molte di quelle attuali: per farsi trovare pronti bisogna innescare un processo graduale che passa dall’apprendimento continuo, giorno dopo giorno, da basare non soltanto sul nozionismo ma anche sulle esperienza di vita, sui confronti con il proprio network e, soprattutto, sulla curiosità continua che porta all’approfondimento delle tematiche più svariate che riempono la nostra vita quotidiana.
Non a caso il life long learning è stato considerato uno dei pilastri della società moderna in una delle ultime edizioni del World Economic Forum. La parte più nuova e anche la più affascinante, che differenzia questo nuovo approccio, rispetto a quello passato, risiede sicuramente nella responsabilità della formazione: una volta completamente demandata all’esterno mentre adesso in capo all’individuo, grazie anche ai nuovi strumenti tecnologici che hanno abbattuto le barriere spazio-temporali.
In altre parole, al giorno d’oggi, chi vuole apprendere ha tutti gli strumenti per farlo: webinar, corsi online, master universitari e professionali, da fruire in modalità sincrona e asincrona, a seconda delle proprie esigenze.
Eppure, nonostante le condizioni ambientali che sembrano favorire questi cambiamenti, la situazione in Italia non decolla, specie tra i giovani: osservando la percentuale di NEET del 2020 (giovani che non studiano, lavorano o si trovano in un percorso formativo) siamo posizionati in classifica davanti soltanto a Macedonia, Montenegro e Turchia, con una percentuale del 25% contro una media UE del 18% e lontani dal primo posto (Olanda con l’8%).
Come far fronte a questo trend? Partendo dalle piccole cose, da alcune buone abitudini che possono allenare la nostra mente: dedicare del tempo ogni giorno ad approfondire alcuni argomenti, imparare una nuova lingua, seguire dei corsi su tematiche emergenti che ci possono servire nel prossimo futuro. Lo dicevano anche i latini che ciascuno è artefice del proprio destino; ed a maggior ragione, nel 2022, l’apprendimento di un individuo dipende quasi esclusivamente dalla propria responsabilità.