
A chi, sceglie di poter semplicemente “essere”
- Maggio 12, 2025
- di
- Azzurra Nisticò
Il potere invisibile di una società che ci plasma
Assorti da una società che corre, rompere gli schemi è un lusso che non ci concediamo molto facilmente.
Influenzati da una convinzione inestirpabile, ereditata da una società moderna che conferisce merito alla produttività, alla perfezione e al consumismo, siamo bombardati da un flusso incessante di informazioni che ci allontanano sempre di più dall’unicità del singolo e dalla felicità semplice.
Rallentare, seguire il ritmo naturale del flusso della vita o reinventarsi spesso sono visti come comportamenti anticonformisti, che ci fanno rimanere indietro e perdere tempo. Come se l’esistenza si limitasse a ciò che facciamo o al lavoro che svolgiamo.
E così questo perenne fare diventa un vero e proprio modo di essere, che riflette parte della nostra identità e del ruolo che esercitiamo nel mondo. Inconsapevolmente ci ritroviamo ad assecondare le aspettative di una società per la quale contano titoli, numeri freddi e definizioni rigide.
Fin dalla tenera età ci vengono insegnate formule matematiche, date da memorizzare e i metodi più efficaci per comporre un saggio breve. Nessuno però ci ha mai insegnato a sentire, a comprendere come un’emozione ci attraversa e come reagire funzionalmente ad essa. Nessuno ci ha mai insegnato a vedere l’altro come un riflesso di noi stessi, ad amare ogni creatura e a condividere senza divisioni con ognuna di essa.
Non siamo stati educati a ritagliarci momenti di profonda connessione e questo delle volte ci porta a tenerci freneticamente impegnati per paura di fermarci davvero e di ascoltarci profondamente.
In una società basata sull’omologazione, che monetizza il valore del tempo e che privilegia il risultato al percorso, quanto tempo abbiamo per esistere realmente?
Cerchiamo costantemente di trovare uno scopo dignitoso alla nostra esistenza e quando ci identifichiamo con l’idea del dover sempre fare, ci neghiamo in parte della possibilità di poter semplicemente essere. Essere qui e ora. Nessun passato su cui rimuginare e nessun futuro da inseguire o pianificare.
Siamo spaventati da tutto ciò che non è conforme alla società, da quello che può essere un percorso non lineare o da una persona che destabilizza i nostri schemi di riferimento.
Ma la verità è che le persone, non sono immagini da incorniciare. Sono andirivieni, scoperta ed evoluzione. Le persone non sono fatte per essere definite come fossero formati. Sono arcobaleni, piogge improvvise, maree che oscillano e lune che scompaiono e poi ritornano difformi.
Esistere non significa somigliare e le persone non sono nate per essere delle copie.
E allora non sarà importate quanto forte andremo, che lavoro faremo o quale sarà il modello di occhiali che la società ci darà in dotazione per guardare il mondo.
La vera vittoria sarà di chi avrà compreso che la vita va degustata, come un buon piatto preparato con amore, un buon vino in compagnia di una persona speciale o un tramonto che con passione sfiora il mare. La vera realizzazione sarà di chi avrà il coraggio di vivere una vita imperfetta, autentica e che gli ha fatto vibrare l’anima.