La Conferenza di Stresa del 1935
- Dicembre 16, 2024
- di
- Daniele Santarosa
Nel 2024 l’Italia svolge il ruolo di presidenza di turno del G7 e ha organizzato una serie di riunioni, tra cui una anche a Stresa, sul Lago Maggiore. Questa cittadina, detta anche la “perla del Lago Maggiore”, era stata protagonista di un evento che coinvolgeva capi di governo già nel 1935, è quella che è passata alla storia come “la Conferenza di Stresa”.
In questi tempi in cui vi sono vari fronti bellici aperti e si parla di “terza guerra mondiale a pezzettini”, ritengo importante richiamare l’attenzione a questa pagina di storia, in cui dalle belle e nobili intenzioni si era passati all’opportunismo politico e all’egoismo degli stati e dei propri rappresentanti.
La conferenza si tenne tra l’11 e il 14 aprile 1935 presso il Palazzo Borromeo collocato sull’Isola Bella, proprio di fronte al centro abitato da Stresa.
Hitler aveva assunto il potere da due anni circa, e preoccupava il Vecchio continente con le sue idee di riarmo (in contrasto con il Trattato di Versailles del 1919) e la volontà di annettere l’Austria.
Italia, Francia e Gran Bretagna, ovvero i rappresentanti delle nazioni alleate che avevano vinto la Prima Guerra Mondiale, si ritrovarono per ribadire gli Accordi di Locarno precedenti. L’intento dei tre stati convenuti era quello di seguire una linea comune nei confronti della Germania; avrebbero proseguito i negoziati per la sicurezza dell’Europa orientale; si sarebbero impegnate a mantenere la sovranità dell’Austria su territori chiaramente nelle mire di Hitler; di lavorare per stipulare un patto con la Germania per limitare l’aviazione militare, allo stesso tempo limitando gli armamenti di tutti gli Stati coinvolti negli accordi. Sembra un paradosso, ma nell’aprile 1935 Mussolini non vedeva Hitler di buon occhio e voleva fare di tutto per limitare la Germania, in quanto l’eventuale annessione dell’Austria sarebbe potuta diventare una minaccia diretta nei confronti dell’Italia.
La Conferenza di Stresa si può considerare un fallimento. Due mesi dopo, il 18 giugno 1935, Germania e Gran Bretagna firmarono l’accordo navale, che permetteva alla prima di armare una flotta da guerra a patto che non superasse quella britannica del 35% e che la Germania non possedesse sottomarini. Il governo inglese non comunicò quegli accordi agli alleati, pertanto gli accordi di Stresa sembrarono minati o inutili sin da subito, risultando indebolito quel fronte comune antitedesco che la Conferenza costituiva nei suoi intenti. Nell’ottobre successivo, il Regno d’Italia invase l’Etiopia, portando alla decisione delle sanzioni da parte della Società delle Nazioni.
Sappiamo come è andata a finire: era l’Austria a dividere Italia e Germania, una situazione che Mussolini risolse dimostrandosi più malleabile ed aperto nei confronti di Hitler, con l’avvento di una tragica alleanza che ha portato a conseguenze nefaste.
Nel ripensare a questa pagina di storia che nei manuali scolastici viene trattata con al massimo un paio di righe, non posso fare a meno di domandarmi cosa sarebbe stato della nostra storia contemporanea se le intenzioni della Conferenza di Stresa fossero state rispettate ed attuate pienamente, e penso anche a quello che accade tutt’oggi, in cui vi sono delle organizzazioni internazionali che dovrebbero evitare le escalation che vediamo in varie parti del globo. Il mero studio della storia non basta, occorre innanzitutto richiamare alla propria responsabilità i capi di governo. In mondo sempre più globale, connesso, e in cui bisogna ragionare con un’ottica sovranazionale per il benessere economico e sociale di tutti, è arrivato il momento di accantonare pretese espansionistiche ed egemoniche, o quanto meno non è la forza il metodo migliore per dirimere delle questioni che possono avere un fondamento storico e politico.