Biancaneve diventa politicamente corretta? Forse sì, ma il punto non è questo.

Biancaneve diventa politicamente corretta? Forse sì, ma il punto non è questo.

Dalla pelle bianca come la neve e dalle labbra rosse come il sangue. Così viene descritta Biancaneve, principessa sfortunata e tenace, venuta fuori dalla penna dei fratelli Grimm. E così, con nette e edulcorate “licenze poetiche”, viene presentata al grande pubblico nel classico Disney dell’ormai lontano 1937.

Quel film aveva legato inevitabilmente il personaggio della principessa più amata da intere generazioni di adulti e bambini con il marchio Disney, accantonando l’origine del tutto che risiede, come detto, nella fantasia dei fratelli Grimm, capaci di ereditare quelli che probabilmente erano episodi di folklore popolare passati di bocca in bocca sin dalla notte dei tempi.

Il chiacchiericcio, spesso furioso, intorno alla principessa e a quel mondo fatto di castelli, nani, streghe e principi più o meno azzurri, è partito solo ora. Qualche settimana fa, ad essere precisi.

Il 14 luglio, infatti, in vista dell’uscita del nuovo film Disney con al centro ancora una volta la principessa, il quotidiano britannico Daily Mail ha pubblicato una foto che, da sola, sta facendo letteralmente impazzire il web, soprattutto i duri e puri di una presunta tradizione da rispettare.

Nella foto incriminata, “rubata” dal set della pellicola in uscita il prossimo marzo, si vedono infatti l’attrice di origine colombiana Rachel Zegler seguita da sette uomini (tra cui forse anche una donna) di etnie diverse, non certo tutti di bassa statura. Non i sette nani del grande schermo che conosciamo, per intenderci.

L’assenza del principe dalle foto, e nessun richiamo ai nani nel titolo (il film si chiamerà semplicemente Snow White) hanno condito l’articolo di polemiche e insinuazioni. Il web si è ovviamente scatenato, dopo essersi già sollevato con l’annuncio della scelta di un’attrice latino-americana nel ruolo da protagonista. Non certo una dalla pelle bianca come il latte e dalle labbra rosse come il sangue, in buona sostanza.

La Disney ha smentito ogni parola del pezzo pubblicato dal quotidiano, precisando che l’attrice che si vede in foto non è la protagonista ma una controfigura e che i sette personaggi al seguito non sono i nani, ma altri interpreti del film, avallando però probabilmente le voci di una cancellazione di Brontolo and company dal film.

Nel mezzo di una guerra in Europa ancora tutta da risolvere e decifrare, di un’inflazione galoppante e di cambiamenti climatici che continuano a farci interrogare sul futuro del pianeta, Biancaneve irrompe nelle piazze social e scalda gli animi, ma a mancare sono come al solito le fonti corrette e l’onestà di giudizio.

Perché se è vero che troppo spesso negli ultimi anni la Disney ha forzato la mano sul politicamente corretto, introdotto spesso più per facciata che per convinzione (si veda la Sirenetta nera) è altrettanto vero che il prossimo film, di cui si sa ancora poco o nulla ma che è diventato già un vespaio di polemiche, probabilmente non farà nulla di troppo diverso da quello che è stato fatto nel 1937: adattare la favola, in alcuni tratti cruda e cruenta, al pubblico del tempo. Dal principe che da un colpo sulla schiena a Biancaneve per farle sputare il torsolo della mela avvelenata della fiaba, al bacio discreto e leggiadro del film, solo per citare un passaggio.

Ecco: magari aspettare e capire. Guardare e poi giudicare, contestualizzando tempi ed epoche. Queste sarebbero le mosse giuste.

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