Shutter Island: Un viaggio nella mente oscura dell’uomo

Shutter Island: Un viaggio nella mente oscura dell’uomo

“L’isola della paura”, meglio conosciuta come Shutter Island: romanzo che lega e stringe il petto del lettore e solo all’ultima pagina gli permette finalmente di prendere una boccata d’aria. Stiamo parlando del famoso racconto giallo-psicologico di Lehane cui Scorsese diede vita con l’omonimo film “Shutter Island” nel 2010, a sette anni dalla sua pubblicazione. Cosa rende questo romanzo una lettura cosiddetta “must”?… Scopriamolo insieme analizzando le caratteristiche del romanzo (no spoiler).

L’intenzione primaria di Dennis Lehane affonda le sue radici nell’oscurità della mente dell’uomo, radici che scendono a fondo vertiginosamente nel labirinto della psiche umana. Da subito il romanzo trasporta il lettore in un viaggio tortuoso e psicologicamente affliggente, dove la verità è sfuggente fino alla fine e la sua percezione è distorta.

Si racconta di Teddy Daniels, un detective federale pluridecorato inviato con Chuck, il suo partner, sull’isola remota di Shutter Island per indagare sulla scomparsa di una paziente dall’istituto psichiatrico Ashecliffe, il tutto ambientato nel secondo dopo guerra. Tuttavia, quello che sembra essere un semplice caso di persona scomparsa si trasforma presto in un labirinto di bugie ed inganni, sospetti e oscure rivelazioni sul passato di Daniels.

Ciò che rende Shutter Island così avvincente è il suo carattere contorto e affliggente, quasi si può azzardare struggente. La linea sottile tra realtà e illusione si sfuma costantemente, mentre il protagonista si immerge sempre più nel buio della sua mente e delle sue paure. Durante le indagini ogni indizio porta ad un nuovo livello di confusione, suscitando perplessità non solo a riguardo della sanità mentale di Daniels, ma viene messa in dubbio anche la stessa percezione del lettore per tutte le 347 pagine del romanzo, invogliandolo a non prendere mai una pausa dalla lettura, trascinandolo in un vortice continuo che dà pace e sollievo solo all’ultimo punto dell’ultima pagina, forse.

La capacità di esplorare i recessi più oscuri della mente umana, mettendo in luce i demoni interiori che tormentano il protagonista e, per estensione, il lettore stesso, è la peculiarità di questo romanzo, unico. La tensione emotiva che permea continuamente la lettura crea un’esperienza che lascia un’impronta indelebile nella mente di chi lo legge.

Lehane diede vita ad altri grandissimi romanzi come Mystic River, e colossi come Stephen King lo definiscono come un “filosofo dell’animale-uomo” e solo leggendo i suoi romanzi si può intuire il perché…

La lungimiranza di Scorsese nel dar vita alla pellicola, fedelissima al romanzo, ha portato sui grandi schermi questo capolavoro, il film ha ottenuto un grande successo sia di critica che di pubblico, grazie alla sua trama avvincente ovviamente, ma soprattutto grazie alle interpretazioni stellari di DiCaprio nei panni di Daniels e Mark Ruffalo in quelli di Chuck. La fotografia, la scenografia, le colonne sonore tra cui non possiamo non citare “On the Nature of Daylight” … Ma ciò che lo rende davvero memorabile è l’impatto emotivo sugli spettatori, Shutter Island riesce a catturare e intrappolare gli spettatori in un vortice di emozioni oscure, contrastanti ed inquietanti.

Il romanzo così come il film è molto più di un semplice thriller psicologico…

È un viaggio mozzafiato nella mente umana, nelle sue crepe più piccole e in quelle più grandi, è una discesa nell’abisso dell’animo dell’uomo che lascia lettore e spettatore sconvolti e affascinati al tempo stesso, è una disamina della psiche umana e di come questa possa essere estremamente fragile e di come la fragilità possa trasmutare in violenza. È una lettura che non potete ignorare, voi amanti della lettura e non, che siate appassionati dei gialli, dei polizieschi, del romantico o del drammatico, noir o azione, prima o poi Shutter Island vi inghiottirà come ha fatto con Daniels e come ha fatto con me…

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