L’insegnante di Lettere: la lezione di Luca Serianni.
- Gennaio 08, 2024
- di
- Marco Zappacosta
Profilo e compiti dell’insegnante per antonomasia
Ognuno di noi lo o la ricorda, probabilmente più degli altri e delle altre: l’insegnante di Lettere è tra quelli che, senza alcuna pretesa di superiorità, rimane di più nei ricordi degli studenti. Il suo è un compito molto complesso e include diverse conoscenze e diversi ambiti: l’insegnamento di italiano (già di per sé contenente diverse discipline) e di storia (in molte occasioni però affidata ai colleghi di filosofia nei trienni dei licei), ai quali si può aggiungere nei licei quello di “geo” nei primi anni, quello di greco, latino e quello di geografia alle medie.
Escluso il compito di docenza, si aggiungono eventuali incarichi come coordinatore di classe, di indirizzo e referente dei vari progetti interni di istituto.
Già da prima queste righe, si evince come si tratti davvero di un compito molto complesso e variegato.
A dare una guida sui vari compiti del docente di Lettere è intervenuto nel 2010 il professor Luca Serianni, linguista noto a livello internazionale, docente universitario e autore di numerosissimi libri e manuali scolastici, tragicamente mancato nel 2022.
Nel suo libro L’ora di italiano, Scuola e materie umanistiche, pubblicato nel 2010, il professore ha riassunto, in un pratico volume facilmente consultabile, i compiti e la figura del docente di Lettere. Nel capitolo L’ora d’italiano, di tutto di più il professor Serianni afferma anzitutto che l’insegnante di Lettere racchiude effettivamente profili diversi: deve infatti insegnare la lingua, stimolare l’interesse per la lettura e avviare gli alunni allo studio della letteratura italiana, a partire dai classici fino agli autori più recenti. Tutto ciò, però, non basta: l’insegnante di Lettere deve trattare questioni relative all’ambiente, ai giovani, ai rapporti scienza-fede e simili senza superare i limiti del “politicamente corretto” (termine già usato da Serianni in queste pagine). Il Professore stesso ricorda però più avanti che il docente di Lettere non è e non dovrebbe essere un tuttologo: non può infatti padroneggiare argomenti che non sono stati oggetto di studio durante la sua formazione (mi permetto di aggiungere al pensiero del Professore che già l’insegnamento di geografia alle medie presuppone conoscenze di scienze della terra che non necessariamente sono state trattate all’università).
Un aspetto centrale per Luca Serianni è la necessità di una valutazione accurata. Il professore invita apertamente gli insegnanti di Lettere a un approccio più rigoroso negli scritti. Il classico tema è di solito oggetto di una valutazione tendenzialmente più benevola anche laddove siano presenti notevoli errori non solo di forma ma anche di contenuto: nel libro vengono riportate alcune frasi di un tema di una prima superiore stracolmo di gravi errori e banalità a cui però è conseguita una valutazione non altrettanto grave. Il rischio, già riconosciuto da Serianni (riprendendo delle parole della docente e studiosa Paola Mastrocola), è l’analfabetismo funzionale, vera piaga dei nostri tempi.
L’insegnante di italiano, quindi, non deve essere colui che bonariamente lascia passare gli studenti, cercando di non gravare su situazioni già problematiche e l’italiano non può essere il “refugium peccatorum” degli studenti meno attenti, una sorta di ancora di salvezza dalle altre discipline.
In conclusione, l’insegnante di Lettere, guidato dalle parole del professor Luca Serianni, assume un ruolo cruciale nell’educazione, con l’obiettivo di consolidare la conoscenza dell’italiano come fondamento per l’apprendimento in molteplici discipline. La sua responsabilità è promuovere competenza linguistica e valutazioni rigorose, evitando che l’italiano diventi un mero riparo per gli studenti meno impegnati.