Come TikTok ti abbassa l’autostima

Come TikTok ti abbassa l’autostima

TikTok e la psicologia sociale

Chi di voi non ha TikTok? È sempre più raro nel 2023 vedere una mano alzarsi dopo aver posto questo quesito.

Ciò è dovuto al fatto che TikTok è una delle piattaforme social più popolari in tutto il mondo, che conta ben 1,05 miliardi di utenti attivi. Il motivo del suo successo risulta chiaro: video accattivanti alla portata di tutti, ideali come fonte di intrattenimento gratuito. Inoltre, i brevissimi video di TikTok si ambientano perfettamente in un mondo in cui tutto è estremamente veloce (consegne postali, comunicazioni e alette di pollo dei fast food).

I contenuti che vengono pubblicati sulla piattaforma spaziano in un’infinità di categorie: cinema, scuola, innovazione sociale e LGBT+; altri invece sono semplici video di ragazzi e ragazze che si mostrano con una musica ad accompagnarli. Quest’ultimo genere di video può ricevere ampio apprezzamento da parte del pubblico, con “mi piace” e commenti che superano anche il milione; ovviamente tendono a spiccare per lo più creators considerati di bell’aspetto.

Tuttavia, l’esposizione continua a coetanei percepiti come più attraenti può causare un forte senso di inadeguatezza; non capita di rado di sentir parlare degli effetti dannosi che questo social può avere sull’autostima dei suoi utenti, in particolare dei più giovani. Questo effetto non si applica solo su come noi vediamo noi stessi, ma anche sulla percezione che abbiamo degli altri: lo psicologo Douglas Kenrick, autore del libro Sex Murder and The Meaning of Life, afferma che la lettura di Playboy può causare una sorta di dissonanza cognitiva bilaterale, ovvero una percezione di contrasto tra la realtà di cui facciamo esperienza diretta e quella che ci appare sulla rivista: risulta infatti una discrepanza tra i canoni di bellezza proposti e ciò che invece osserviamo nella vita di tutti i giorni. È stato dimostrato inoltre che la visione di donne molto attraenti incrementa negli uomini la tendenza a sottovalutare le proprie partner.

Kenrick afferma che questo fenomeno avviene anche con la televisione, con il cinema e con tutti i mass media che promuovono canoni di bellezza elevati: TikTok non può certo escludersi da questa categoria. Tutti hanno la possibilità di pubblicare video sulla piattaforma, ma il suo algoritmo seleziona accuratamente i contenuti; non c’è da sorprendersi, quindi, se ci vengono proposti per lo più video di ragazzi e ragazze particolarmente attraenti. Se da un lato questa visione provoca piacere, dall’altro può causare incertezza e senso di inadeguatezza rispetto al proprio aspetto.

Per fare un esempio si può menzionare il gymtok, ovvero la sezione di TikTok dedicata allo sport e all’allenamento: chi visualizza spesso contenuti legati a questa tematica, infatti, può ritrovare nei propri “per te” per lo più video di ragazze e ragazzi dal fisico muscoloso e scultoreo. Riprendendo la questione della dissonanza cognitiva, l’aspettativa che si può generare di fronte a questi contenuti è che il numero di persone palestrate sia nettamente più alto della realtà. E guardando a noi stessi potremmo chiederci: “Perché io non sono come loro?”. Spesso i creators di questi video anticipano la domanda e consigliano diete e metodi di allenamento per raggiungere i loro stessi risultati fisici, anche se spesso essi risultano privi di fondamento medico. A questo proposito la ricercatrice Margaret Raber ha analizzato con il suo team una serie di duecento video di TikTok corrispondenti al tag di dieta mediterranea, ed ha scoperto che il 47% di essi proveniva da tiktokers privi di una qualifica verificata nel campo alimentare.

Se invece ci focalizziamo sul gymtok non si può non menzionare il caso del creator Henry Clarisey, diventato popolare dopo aver provato cibo per cani per il suo alto contenuto proteico. La viralità ottenuta dal suo video ha portato diversi utenti a emularlo, e Pedigree (l’azienda produttrice del cibo per cani) ha dovuto puntualizzare che i suoi prodotti non sono destinati alla consumazione da parte di esseri umani.

Nonostante questo possa considerarsi un caso piuttosto estremo, il fatto che il comportamento del creator sia stato imitato fa riflettere sull’impatto che anche un gesto tanto irrazionale può generare nel pubblico una volta ottenuta forte risonanza mediatica.

Secondo la Teoria del Confronto sociale di Festinger cerchiamo costantemente il confronto con gli altri per valutare il nostro comportamento; nel caso di TikTok basta un semplice “mi piace” o un commento per realizzare tale confronto e per farci decretare se il nostro comportamento sia socialmente approvato o no. Anche la popolarità può essere considerata un indice di approvazione: ottenere poche visualizzazioni o pochi “mi piace” può provocare la sensazione di non essere abbastanza interessanti rispetto agli altri creators.

La soluzione a questo problema ovviamente non si riduce al non pubblicare video su TikTok, e nemmeno al disinstallare l’applicazione (presupponendo di averla già installata): volgendo uno sguardo critico a qualsiasi aspetto della realtà sociale è possibile rilevarne rischi e incongruenze; allo stesso modo, anche un utilizzo consapevole di TikTok può evitare gli aspetti più dannosi per il nostro benessere. Ogni contenuto che ci viene mostrato porta con sé un messaggio, ed è nostra responsabilità analizzarlo: non tutto viene per nuocere, soprattutto in un’applicazione il cui obbiettivo principale è l’intrattenimento. Occorre poi tenere a mente che non sono i commenti che riceviamo sui nostri video a definire chi siamo dal momento che

essi analizzano unicamente una ridotta quantità di secondi in cui noi ci mostriamo; forse il complimento di un nostro amico o di qualcuno a cui teniamo può essere una fonte di confronto più attendibile ed efficace.

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